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lunedì 6 novembre 2017

POLPETTE ALLE ZUCCHINE CON POMODORINI E BASILICO

Non so come mi sia uscita fuori sta ricetta delle polpette.
Anzi lo so, ero in puro delirio da dieta e volevo qualcosa di buono e leggero. Da qui è scatturita la voglia di cucinare queste pallottoline di carne e zucchine al vapore.
Non prendetemi per pazza, ma in questa casa, se io sono a dieta, Marito è solidale, ma fino a un certo punto.
Oggi non son di molte parole.
È lunedì, fa veramente freddo per la prima volta dopo secoli, tira un vento gelato che ti entra pure nelle narici, e un po' mi girano.
Sappiate che queste polpette sono buone, leggere, ma se prima di passarle nel sugo le rosolate in padella, saranno ancora più buone. 
Beccatevi la ricetta e buona settimana!



martedì 31 ottobre 2017

BOEUF BOURGUIGNON

Ebbene si, sono caduta pure io nel tunnel del boeuf borguignon.
La ricetta più famosa al mondo, dopo la pizza, resa celebre ai più, dal film Julie&Julia, è approdata pure nella mia cucina.
Per preparare questo succulento piatto, bisogna avere un po' di tempo e, sopratutto, una fondamentale pirofila di ghisa, che può essere una Le Creuset, o altra marca, ma che permetta il passaggio dal fornello alla lunga cottura nel forno. 
L'altro venerdì, ho mandato Marito a comprare un bel pezzo intero di scamone (che noi a Zena chiamiamo Cascia) e quando arrivato a casa, ho sparato a mille su Netflix il film Julie&Julia, libro The Mastering Art of French Cooking alla mano e, infine una buona bilancia con convertitore libbre - grammi, ho cucinato sto benedetto beouf. 
A esser sincera, ho alleggerito la ricetta del burro, non abbiatene a male, ma lo stomaco mio e dei commensali, non avrebbe retto al colpo. Capisco anche Julie Powell quando dice che il burro non è mai abbastanza, e pure con ragione; ma in quella particolare giornata non mi sembrava il caso. Inoltre ho evitato di usare la cotenna della pancetta, che prima va leggermente sobollita, perchè scusate, quello è un lavoro che proprio non riesco a soffrire. 
Ora, fossi in voi, proverei a cucinare questa ricetta, ed è proprio vero che vi farà esclamare: - Gnam! - appena un cubo di carne rosolata e cotta nel vino vi si scioglierà in bocca; non è poi neanche molto difficile: è solo un procedimento abbastanza lungo, ma molto divertente e gratificante. 


martedì 29 agosto 2017

LE TOMAXELLE, O TOMASELLE, GENOVESI COME SI MANGIANO DA ANNI IN FAMIGLIA

Le tomaxelle o tomaselle, sono un secondo piatto molto prelibato della cucina genovese.
In pratica, degli involtini di carne di vitello, ripieni e stufati poi, in tegame con vino bianco e pomodoro.
Ma oggi non voglio darvi la ricetta classica, quella riportata sui libri vecchi libri di cucina genovese, quelli odierni purtroppo, tranne in alcuni rari casi, snobbano allegramente le prelibate tomaxelle; oggi vi riporto fedele la ricetta della mia nonna. Lei le chiamava tomaxelle, sinceramente non so se possono essere definite tali, ma a me piace continuare a mantenere questa tradizione.
Inoltre le utilizzava come primo e secondo. In pratica aggiungeva al pomodoro una bella manciata abbondante di piselli freschi (o congelati) e dopo aver stufato tutto, teneva da parte la carne con un poco di sugo da utilizzare come secondo, e con il restante condiva delle tagliatelle fatte in casa che risultavano infine divine.
Ma noi andiamo sul più semplice, dedichiamoci alla sola preparazione degli involtini, intanto vi ho dato un'idea in più per un pranzo domenicale: se volete farci uscire anche la pasta considerate di aggiungere a tempo debito un po' più di salsa ci pomodoro. 

tomaselle genovesi


mercoledì 16 novembre 2016

CORATELLA DI MAIALINO DA LATTE

E se è proprio vero che del maiale non si butta via nulla, oggi vi racconto della coratella di maialino. 
Una ricetta che ho atteso ben due anni per poter riprodurre e postare (clicca qui), ma che per motivi tecnici, ossia la reperibilità del prodotto, sono riuscita a eseguire solo lo scorso fine settimana, quando dalla Sardegna mi è giunta una bella metà di maialino da latte da arrostire. 
Per chi non la conoscesse, con il termine coratella, si intendono tutte le frattaglie dell'animale, cuore, fegato e polmone, che cotte assieme alla carne in forno, risulterebbero asciutte e "stopacciose", quindi solitamente vengono prelevate e cotte a parte in svariati modi. 
Per esempio:  il mio fidato macellaio in terra sarda, Stefano, dispensa sempre un sacco di ricettine semplici e sfiziose, adatte a non sprecare mai nulla, e questa preparazione mi è stata consigliata da lui, con una raccomandazione: niente aceto, come si fa normalmente per il fegato alla veneziana, la coratella è molto dolce, e l'acidità dell'aceto di vino bianco ne comprometterebbe il suo originale sapore.
Sono gusti molto particolari, e capisco pure che le interiora non piacciano a molti anche se molto nutrienti, ma quelle di maialino da latte, posso assicurarvi essere molto delicate e in cottura assorbono divinamente tutti i profumi degli ingredienti con i quali sono cucinate. 



Ingredienti per 4 persone
  • 300 - 400 g di coratella di maialino
  • 2 cipolle bionde
  • uno spicchio d'aglio
  • un bicchiere di vino bianco
  • 4 foglie di alloro
  • olio extravergine d'oliva q.b.
  • sale e pepe nero di mulinello q.b.

Lavate le interiora sotto l'acqua corrente, poi asciugatele e riducetele a pezzetti.
Pelate le cipolle, tagliatele a metà e affettatele sottilmente.
In una larga padella versate due cucchiai di olio extravergine d'oliva, unite l'aglio e le foglie di alloro e fate scaldare.
Aggiungete ora le cipolle, rosolatele a fuoco moderato finché saranno appassite e in ultimo versate la coratella.
Alzate il fuoco, fate dorare bene tutti i pezzetti di carne, sfumate con il vino bianco quindi, abbassate il fuoco e portate a termine la cottura cuocendo ancora per circa 15 minuti.
Infine salate, pepate a piacere e portate in tavola bello caldo.

giovedì 3 novembre 2016

POLPETTE CON SALSA DI MELE COTOGNE ALLA BIRRA

Ieri vi ho parlato delle cotogne sotto forma di mostarda, oggi seguendo il filone frutta dimenticata, vi propongo una ricetta salata.
Polpette di carne mista manzo e maiale, accompagnate da una salsina agrodolce a base di mele cotogne speziate sfumate alla birra.... e che birra!
Parliamo della Birra Dolomiti Pils, di Fabbrica di Padavena, una birra strettamente legata al territorio nella quale viene fabbricata, proprio come si evince dal nome. 
rigide regole disciplinano la produzione di questa birra: rispetto del territorio circostante e utilizzo di materie prime locali, creano una Birra a KM Vero. 
Le migliori risorse delle Dolomiti: l'acqua, il territorio e le sapienti mani degli agricoltori, permettono ai mastri birrai di creare una birra a mio parere veramente eccezionale.
E dove trovare la Birra Dolomiti? In questi giorni vi aspetta a Merano dal 4 all'8 Novembre al Merano Wine Festival, nello stand di Fabbrica di Padavena!

mele cotogne birra dolomiti

Ingredienti per 4 persone 

Per le polpette
  • 200 g di carne di vitellone tritato
  • 200 g di salsiccia di suino
  • un uovo grande 
  • un cucchiaio di pane grattugiato
  • peperoncino in fiocchi q.b.
  • 2 centimetri di radice di zenzero fresca
  • farina q.b.
  • olio extravergine d'oliva q.b.
  • sale e pepe q.b.
Per la salsa
  • 2 grosse mele cotogne 
  • una piccola cipolla bionda
  • il succo di  un limone
  • 2 centimetri di radice di zenzero fresca
  • 6 semini di cardamomo pestati
  • un bicchiere di Birra Dolomiti Pils 
  • un cucchiaio raso di zucchero semolato
  • olio extravergine d'oliva q.b.
  • sale e pepe nero q.b.

Semi di melograno e prezzemolo tritato per decorare 

Cominciate preparando le polpette: con le mani impastate le due carni, unite un pizzico di sale, un cucchiaino di peperoncino, lo zenzero tritato e il pane grattugiato.
Aggiungete un uovo intero e amalgamate tutto, in modo da ottenere un composto sodo e omogeneo. 
Formate delle polpette della grandezza di una pallina da golf, passando un poco di impasto tra le mani leggermente unte. 
Ad una ad una, una volta pronte, passatele tra la farina. 
Scaldate un filo d'olio extravergine d'oliva in una larga padella e rosolatevi le polpette in modo da dorarle bene da tutti i lati. Infine asciugatele  dall'olio in eccesso su carta assorbente
Ora dedicatevi alla salsa: pelate e tagliate a metà le due mele, quindi immergetele in acqua acidulata con il succo di limone. 
Tritate finemente la cipolla e rosolatela in una casseruola assieme 3 cucchiai di olio extravergine d'oliva.
Aggiungete la polpa di una mela passata al mixer e tritata molto finemente quindi saltate tutto a fuoco vivo, infine unite la birra e fate sfumare. 
Unite alla salsa lo zucchero, i semini neri di cardamomo leggermente pestati, lo zenzero tritato, un pizzico di sale e il pepe nero macinato, mescolate bene e unite il bicchiere di Birra Dolomiti Pils. 
Sfumate la birra e adagiate delicatamente le polpette precedentemente rosolate.
Coprite la casseruola con il coperchio, abbassate la fiamma e lasciate cuocere a fuoco molto lento per almeno 15 minuti.
Nel frattempo tagliate la mela cotogna rimanente a cubetti non troppo grossi, tritate finemente un grosso ciuffo di prezzemolo e sgranate i semi di mezzo melograno.
Trascorsi i 15 minuti, unite alla casseruola con le polpette i cubetti di mela e terminate la cottura, a fuoco moderato, mescolando spesso. Se la salsa dovesse asciugarsi troppo, versate mezzo bicchiere di acqua calda. Quest'ultima operazione non dovrebbe richiedere più di 7-8 minuti, in quanto le mele cuociono molto velocemente.
Versate la salsa a base di mela cotogna su di un bel piatto di portata, adagiatevi sopra le polpette e decorate con i semi di melograno e il prezzemolo tritato.
Servite ben caldo, accompagnando con fiumi di Birra Dolomiti Pils. 

giovedì 15 settembre 2016

ARROSTO AL VINO BIANCO E LE SUE TRE SALSE


Oggi posto un articolo in maniera diversa dal solito.


Tre ricette in una, volendo, avrei potuto anche viverci di rendita e trasformare tutto in tre bei articoletti, ma, non mi sembrava molto onesto, sopratutto perchè la base della nostra ricetta è l'arrosto al vino bianco, le salse descritte di seguito sono solo l'accompagnamento al nostro ingrediente principale. Allora, siete pronti?

martedì 6 settembre 2016

CHILI ALL'ITALIANA

Sono arrivata ad una conclusione: penso di essere il peggior incubo dei negozianti al dettaglio.
Quando mi vedono entrare, si maledicono di aver aperto il negozio.
Dovete sapere che io sono una grandissima rompiscatole, nel senso che ti apro delle filippiche sul cibo che acquisto, che neanche la vecchietta più ciarlona di questo mondo si sognerebbe di fare. 
Io voglio sapere cosa compro, da dove viene e la sua storia. 
Specialmente se non conosco bene il prodotto. 
Insomma, ripeto, una scassaballe all'ennesima potenza. 
C'e' da dire però, che se mi accorgo che il commerciante è impegnato perchè il negozio è pieno, cerco di limitarmi, anche per evitare l'eventuale linciaggio degli avventori, ma ho piacevolmente notato, che se riesco a intavolare una discussione simpatica, le signore, che come me aspettano di comperare, mi assalgono con consigli culinari strepitosi. 
Ma non solo loro, anche il negoziante, se un po' appassionato di gastronomia, mi sgancia delle ricette incredibili. 
E quella che vi propongo oggi, viene proprio dal macellaio di Santa Teresa di Gallura, che vendendomi i famosi "pulpeddi", un impasto di coppa e "scarti buoni" di manzo, che ricorda molto la pasta di salame, ottimi per preparare i Chiusoni (qui la ricetta), mi ha gentilmente suggerito questa preparazione che io ho ribattezzato Chili all'italiana, perchè ricorda molto quello che mangiava il famoso Tenente Colombo utilizzando i craker per raccogliere il suo sughetto. 


venerdì 1 luglio 2016

CIPOLLE RIPIENE DI PROSCIUTTO E PROVOLA PROFUMATE AL ROSMARINO

Oramai l'avrete capito: ho una passione intrinseca e sviscerata per i ripieni, di verdura in particolare.
Oggi vi propongo delle cipolle farcite di tanto bel prosciutto cotto e provola dolce.
Non abbiate paura per i vostri aliti, queste cipolle subiscono una "sbollentata" preventiva, che ha il potere di eliminare il sapore forte e acido, ma allo stesso tempo conserva la loro naturale dolcezza.
Un perfetto secondo freddo da servire ai vostri ospiti, ottime da preparare in anticipo e ancora più buone il giorno dopo.

cipolle ripiene di prosciutto


Ingredienti per 4 persone
  • 6 cipolle bianche di medie dimensioni
  • 150 g di prosciutto cotto (preferibilmente un fondino, o fondello)
  • 100 g di provola dolce
  • la mollica di un panino
  • un uovo
  • 10 aghi di rosmarino fresco
  • pane grattugiato q.b.
  • noce moscata q.b.
  • sale e pepe nero di mulinello q.b.

Sbucciate le cipolle e mettetele a cuocere in acqua bollente salata.
Bollitele per circa 15 minuti, fintanto che saranno abbastanza morbide da farvi entrare facilmente i rebbi di una forchetta al loro interno.
Scolate le cipolle e fatele raffreddare. Successivamente tagliatele a metà, e, delicatamente, svuotatene il contenuto, così da ottenere dei piccoli scrigni formati dalle foglie più esterne e spesse.
Raccogliete la cipolla scartata nel mixer e frullatela alla massima velocità assieme al prosciutto a dadini, la provola tagliata grossolanamente, gli aghi di rosmarino e la mollica di pane, fino a ottenere un impasto fino, omogeneo e sodo.
Trasferite tutto in una ciotola unite l'uovo, un cucchaiio di pane grattugiato e amalgamate bene. 
Infine condite con una bella grattata di noce moscata, sale e pepe nero a piacere.
Con l'aiuto di un cucchiaio, riempite bene l'incavo degli scrigni di cipolla colmandoli fino all'orlo.
Disponete le cipolle su di una teglia leggermente unta, irroratele con un filo d'olio e cospargetele con un velo di pane grattugiato.
Infornate a 180°C per circa 30 minuti, fintanto che il ripieno non risulterà bello dorato.
Sfornate e servite freddo.

mercoledì 15 giugno 2016

TAJINE DI POLLO, PRUGNE E MANDORLE

Oggi vi parlo di un piatto della cucina marocchina. 
Chi mi segue, sa già della mia passione per la cucina medio-orientale e nord africana, e proprio per questo motivo, qualche giorno fa, sono andata a "scuola di cucina" da Ouafae. 
Ouafae, in una sera ci ha preparato due deliziosi piatti della sua terra, quelli più classici: il cous cous e la tajine.
In questo post, vi illustro come preparare una deliziosa tajine a base di pollo, prugne e mandorle.
Per il cous cous, mi riservo di un po' di tempo. Quello vero, con la semola non precotta per intenderci, ha bisogno di una lunga preparazione, che sinceramente in questo momento non ho molta voglia di intraprendere, ma, puo' essere che in futuro...
Ritornando al nostro pollo, come prima cosa, Ouafae, ha specificato, che non avendo tutti la tajine a casa, lo si può anche preparare in casseruola, senza alcun problema, l'importante è mantere gli ingredienti pricipali e sopratutto abbondare con le spezie. 
Qui oggi utilizziamo il pollo, ma per dovere di cronaca, tengo a precisare che tutti i tipi  e i tagli di carne, maiale a parte, non dovrei neanche dirlo, sono perfetti per questa ricetta, quindi a voi la scelta!
Il corso di cucina era uno di quelli che a me piace di più: impara e mangia, quindi dopo aver visto Ouafae che spiegava e cucinava, ci siamo anche spazzolati il resto.
Ora, visto che oltre al pollo, si mangiava anche il cous cous, la nostra maestra ha optato per cucinare solo i fusi di pollo, io, ho voluto tramutare questo delizioso piatto, in portata unica e ho utilizzato le cosce intere del pollo. Anche qui, in base alle vostre esigenze, dovete valutare il taglio della carne. In poche parole, se servite la tajine come secondo, vi conviene cucinare solo i fusi e contarne uno a testa, altrimenti, continuate come spiego nell'elenco degli ingredienti.


cucina marocchina ricette

Ingredienti per 4 persone
  • 4 cosce di pollo intere
  • 3 cipolle bianche grandi
  • un cucchiaio di curcuma in polvere
  • un cucchiaio di  zenzero in polvere
  • 2 rametti di prezzemolo
  • uno spicchio di aglio
  • un centimetro di stecca di cannella intera
  • un cucchiaio raso di cannella in polvere
  • 15 prugne secche denocciolate
  • un cucchiaio raso di zucchero semolato
  • 80 g di mandorle pelate e tostate
  • olio extravergine d'oliva q.b.
  • sale e pepe nero di mulinello q.b.

Dal vostro macellaio fatevi tagliate le cosce di pollo in modo da ottenere il fuso diviso a parte e la sovracoscia separata a metà.
Lavate e asciugate con carta assorbente le cosce di pollo.
Mettete in una ciotola grande la curcuma, lo zenzero, lo spicchio di aglio spremuto con l'apposito attrezzo e un cucchiaio di olio extra vergine d'oliva.  Mescolate tutti gli ingredienti così da creare una salsina da utilizzare come marinata, quindi unite i pezzi di pollo e, con le mani, ma avendo l'accortezza di utilizzare i guanti, altrimenti la curcuma colorerà irremediabilmete le vostre unghie, spalmate completamete la pelle del pollo con la marinata.
Coprite la ciotola e fate riposare almeno un'ora in un luogo fresco.
Intanto preparate le prugne. 
Mettete un pentolino pieno a metà d'acqua sul fuoco, appena bolle, tuffatevi le prugne secche e fatele cuocere una decina di minuti. Poi lasciate raffreddare la frutta nell'acqua di cottura.
Successivamente, scolatele e "cambiategli l'acqua", ossia rimettete le prugne in acqua pulita a temperatura ambiente e lasciatele ancora una decina di minuti a riposare.
In ultimo, scolate le prugne e versatele in un pentolino con 1/2 bicchiere d'acqua, lo zucchero e un cucchaino di cannella. Trasferite tutto sul fornello e, a fuoco medio, lasciate andare finchè tutto il liquido sarà assorbito.
Tostate le mandorle in un padellino senza alcun grasso.
Ora dedichiamoci alla preparazione della tajine di pollo.
Pelate e tagliate a metà le cipolle e affettatele a lamelle non troppo sottili.
Versate nella tajine 2 cucchiai d'olio extravergine d'oliva e quando sarà caldo, rosolatevi le cipolle per circa 5 minuti.
Unite poi il pollo, con tutta la sua marinata, i rametti di prezzemolo interi, il pezzetto di stecca di cannella e rosolate nuovamente tutti gli ingredienti così da farli insaporire bene.
Ora abbassate il fornello, aggiungete tanta acqua fino a coprire il pollo a metà e chiudete la tajine.
Proseguite la cottura a fuoco molto lento per circa due ore. 
Di tanto in tanto, date una bella rimescolata perchè il fondo non attacchi.
Trascorso il tempo, vedrete che le cipolle si saranno disfatte creando una salsina cremosa.
Servite la tajine distribuendo nei piatti un poco di salsa di cipolle, i pezzi di pollo e completate con qualche prugna e una manciata di mandorle tostate.



mercoledì 8 giugno 2016

SPEZZATINO DI CONIGLIO AL LIMONE E ASPARAGI

Prima che finisca il periodo degli asparagi, devo mostrarvi questa ricetta che ho preparato un po' di sera fa.
Mi è piaciuta davvero molto, perchè come consistenza ricorda quella della fricassea, cremosa e delicata, ma con il vantaggio di esser molto più leggera perchè senza uova, ingrediente caratteristico appunto della carne in fricassea.
Ora, se non mangiate coniglio per vostri motivi, vi consiglio di prepare questo spezzatino utilizzando del bel petto di pollo tagliato a tocchettoni, perchè il connubio di sapori di questa preparazione sono davvero particolari.


N.B. questo piatto si può preparare anche con il coniglio intero tagliato in piccoli pezzi. In questo caso avrete bisogno di circa un chilogrammo di carne.

Ingredienti per 4 persone
  • 6 cosce di coniglio disossate
  • un mazzo di asparagi verdi
  • un cucchiaio di farina
  • un limone bio
  • 5 rametti di timo
  • un bicchiere di brodo vegetale (se necessario)
  • olio extravergine d'oliva q.b.
  • sale e pepe nero di mulinello q.b.

Tagliate le cosce di coniglio in pezzetti non troppo piccoli, di circa 5 centimetri e disponete tutto in un piatto.
Unite quindi le foglioline di timo, la scorza grattugiata e il succo del limone, un filo di olio e mescolate bene gli ingredienti.
Coprite il piatto con la pellicola e trasferitelo in frigo. Lasciate marinare per una mezz'oretta.
Ora pulite gli asparagi: eliminate la parte più dura e tagliate i gambi a rondelle spesse all'incirca un dito. Tenete da parte le punte.
Scaldate 4 cucchiai d'olio in una casseruola dai bordi bassi, unite il coniglio, sgocciolato dal succo di limone, e rosolatelo su tutti i lati a fuoco vivo per 5 minuti.
Unite poi i gambi di asparago, mescolate e coprite con il coperchio. Abbassate la fiamma e continuate la cottura, girando spesso, per una ventina di minuti. Se vedete che il fondo di cottura comincia a restringersi troppo, unite il brodo. Aggiustate di sale.
Successivamente, quando i gambi degli asparagi saranno teneri, prelevateli dalla pentola assieme a un poco di sughetto di cottura, versate tutto nel bicchiere del frullatore a immersiore e riducete a crema, utilizzando l'apparecchio alla massima velocità.
Mettete nella padella un cucchiaio raso di farina e mescolate bene, così da inspessire un po' di più il fondo di cottura, quindi riversate la crema di asparagi sulla carne e cuocete ancora 5 minuti.
Tagliate le punte degli asparagi a metà e disponetele su di un padellino unto bene e caldo. Saltate tutto a fiamma viva per 10 minuti, in modo che le punte diventino croccanti.
Servite lo spezzatino ben caldo nei piatti individuali, o in quello di portata, decorando con le punte di asparago croccanti.

lunedì 21 marzo 2016

INVOLTINI DI CONIGLIO ALLE ALBICOCCHE E PISTACCHI CON VERDURE

Buon Lunedì!
Siamo Ufficialmente entrati nella Settimana Santa, alias la settimana di Pasqua.
Quindi, vi ammorberò con ricettine adatte al pranzo di domenica.
Partiamo da un secondo piatto, a base di coniglio, carne bianca delicata e molto versatile.
Se propio non dovesse piacervi il coniglio, come alternativa, potrete usare delle fettine di petto di tacchino, ma sappiate che il sapore sarà leggermente diverso, forse un poco più sciapo.
Volete cimentarvi con una proposta insolita per il pranzo di Pasqua? Provate questi involtini dal gusto leggermente dolce e, a mio avviso, molto originali.
Per semplificare il lavoro, acquistate dal vostro pollivendolo di fiducia le coscette di coniglio già disossate.



Ingredienti per 4 persone
  • 4 cosce disossate di coniglio
  • 4 albicocche secche
  • una piccola scarola
  • 50 g di pistacchi non salati
  • 250 g di spinaci freschi
  • una cipolla bianca
  • un bicchiere di vino bianco secco
  • 250 ml di brodo vegetale
  • olio extraverdine d'oliva q.b.
  • sale e pepe nero di mulinello.


Lavate la scarola, affettatela grossolanamente e mettetela ad appassire in una larga padella assieme a due cucchiai d'olio extravergine d'oliva.
Cuocetela al massimo 5 minuti, a fiamma viva, mescolando spesso. Salate e raccogliete tutto in un piatto. Fate intiepidire.
Stendete le fettine di coniglio sul tagliere, salatele e pepatele internamente, quindi su ognuna adagiate un poco di scarola fredda. Lasciate liberi tutti i bordi.
Completate poi farcendo ogni fettina con un'albicocca tagliata a fettine e un cucchiaimno di pistacchi tritati grossolanamente.
Arrotolate i filetti partendo dalla parte più corta, in modo da formare degli involtini. Stringete bene la carne sigillandola con dello spago da cucina.
Tagliate a lamelle una cipolla e fatela imbiondire in una larga padella assiema a 4 cucchiai d'olio extravergine d'oliva.
Unite poi i rotolini di coniglio, rosolate bene da tutti i lati e sfumate con il vino bianco.
Proseguite la cottura a fuoco lento, per una ventina di minuti, aggiungendo un poco di brodo ogni qualvolta il fondo di cottura risulterà asciutto. Se necessario aggiustate di sale e pepe.
Nel frattempo lavate abbondantemente gli spinaci in acqua fredda e scolateli.
Scaldate 4 cucchiai d'olio extravergine d'oliva in una padella. Una volta bollente, a fuoco alto, tuffate gli spinaci e mescolando spesso, fateli appassire: avranno ridotto il loro volume, spegnete il fuoco. Salate.
Servite gli involtini di coniglio caldi accompagnadoli con il loro sughetto di cottura e gli spinaci.

mercoledì 16 marzo 2016

TAJINE DI AGNELLO E ALBICOCCHE

Da quando ho scoperto la tajine non ne posso fare a meno. Sapevo che per le lunghe cotture era un ottimo strumento, ma non l'avevo mai testata.
E qualer migliore occasione se non per la preparazione dell'agnello???
Per chi non conoscesse la tajine, è una pentola di origine marocchina, costruita in terracotta, ma ultimamente si trova nei negozi più forniti anche di ceramica o ghisa.
E' formata da due elementi, un piatto largo dai bordi rialzati e un coperchio conico con la cima chiusa. Durante la cottura, il vapore sale verso la parte meno calda del coperchio per riscendere sui cibi, con l'effettto di mantenerli morbidi e saporiti.
Ottima per cucinare carni che necessitano di lunghe cotture, si presta bene anche per la prepazrazione delle verdure, che cotte in questa pentola mantengono tutto il loro gusto.
In commercio se ne trovano di tutti i tipi e tutti i prezzi, dalle originali con colori sgargianti provenienti direttamente dal Marocco, alle più moderne, prodotte in Europa altrettanto di ottima fattura. La mia è di Emily Henry, di ceramica e rossa, come la mia cucina.




Ingredienti per 4 persone
  • 1 kg di cosciotto di agnello disossato tagliato a dadi
  • 200 g di albicocche secche
  • una cipolla bianca
  • una costola di sedano
  • una carota
  • una piccola stecca di cannella
  • 2 cucchiaini di cumino macinato
  • un cucchiaio raso di curcuma macinata
  • un limone secco intero (si trova nei negozi etnici)
  • un cucchiaio di miele millefiori
  • olio extravergine d'oliva 
  • sale e pepe nero di mulinello q.b.

Affettate la cipolla a lamelle non troppo sottili. Lavate e tagliate a dadini il sedano e la carota.
Versate 4 cucchiai d'olio nel piatto della tajine, scaldate tutto a fuoco basso, unite le verdure appena tagliate e fate appassire lentamente.
Aggiungete la carne d'agnello, lavata ed asciugata, doratela su tutti i lati e versate nella tajine un bicchiere d'acqua. Chiudete e lasciate cuocere, sempre a fuoco basso per una ventina di minuti. Mescolate di tanto in tanto, in modo che la preparazione non si attacchi.
Ora aggiungete le spezie: la cannella, il cumino e il limone secco aperto spezzettato grossolanamente.
Unite anche le albicocche secche intere e il miele. Aggiustate di sale e pepe, mescolate gli ingredienti così che si insaporiscano per bene, infine aggiungete ancora un bicchiere d'acqua e richiudete il coperchio.
Proseguite la cottura per altri 40 minuti, sempre a fuoco bassissimo, finchè tutta l'acqua non verrà assorbita. Ricordatevi di rimescolare la carne ogni tanto così che non si bruci sul fondo.
Servite caldo, e, volendo, completate con una spolverata di mandorle a lamelle.


http://sousvidealladin.com/contest/

lunedì 22 febbraio 2016

CONIGLIO IN UMIDO CON LE OLIVE (CONIGGIO IN ÛMIDO CO-E OIVE)

Mi è saltata la pulce all'orecchio, quando guardando "La Grande Bellezza " di Sorrentino, il vescovo, in due differenti scene del film, cerca di raccontare la ricetta del coniglio alla ligure ai suoi amici, prima durante una festa per un ricevimento di nozze, in una bellissima spaziosa villa romana, in seconda battuta durante una cena a casa di Jep Gambardella, il protagosta della pellicola.
Beh, questo vescovo romano interpretato da Roberto Herliztka, parla di sfumare le carni del coniglio con il vino rosso, al posto del vino bianco.
Allora ho preso il mio ricettario di cucina genovese, e sotto il titolo Coniggio in ûmido ho trovato questa ricetta che ora vado a raccontarvi, che è del tutto differente da quello noto ai più, con pinoli, olive e vino bianco...
Piccola postilla: l'originale prevede solo l'utilizzo di 4 noci, per mio gusto personale ho voluto abbondare e unire anche i pinoli.



Ingredienti per 4 persone
  • un coniglio da 1 kg circa a pezzi
  • 100 g di olive taggiasche
  • 50 g di noci sgusciate
  • 30 g di  pinoli
  • un bicchiere di vino rosso (magari Rossese o Dolcetto)
  • una cipolla
  • una costola di sedano
  • una carota
  • qualche fogliolina di timo
  • una foglia di alloro
  • olio extravergine d'oliva q.b.
  • brodo vegetale q.b.
  • sale e pepe nero di mulinello q.b

Lavate e asciugate la carne del coniglio.
Se avete una bestia ruspante, di quelle vere, ossia un vero coniglio comprato dal contadino, o da un negoziante di fiducia che ve lo fornisca, fatelo cuocere una mezz'oretta circa in una larga padella a fuoco lento con una cipolla tagliata a lamelle, qualche foglia dio alloro e un pugno di bacche di pepe nero, così che "dia l'acqua" e il gusto naturale di selvatico e le carni si inteneriscano.
Poi, buttate le cipolle e tutto il fondo di cottura e conservate il coniglio per la preparazione.  
Se invece avete comperato conigli di allevamento "di massa", come li chiamo io, o lo avete acquistato al supermercato (rabbrividisco), questa operazione non è necessaria.
Tritate il sedano, la carota e la cipolla molto finemete e raccogliete tutto in una padella dove avrete scaldato 5 cucchiai di olio extravergine d'oliva.
Rosolate le verdure a fuoco lento e, una volta appassite completamente, rialzate la fiamma, aggiungete i pezzi di coniglio e fateli insaporire mescolando spesso.
Ora sfumate con il vino, fate evaporare e unite metà delle noci tritate assieme alle erbe aromatiche.
Continuate la cottura per un'ora circa, a fuoco lento, se necessario unite poco alla volta, un mestolo di brodo vegetale, così che la preparazione non secchi.
In ultimo unite le noci rimaste intere, i pinoli e le olive, mescolate tutti gli ingredienti a fiamma vivace per una decina di minuti e servite.


martedì 26 gennaio 2016

CINGHIALE IN UMIDO AL POMODORO: IL SUGO, OTTIMO PER I TAGLIERINI, LA SUA CARNE, UN GUSTOSO SPEZZATINO

Cinghiale, o anche maialo de furesta, come lo definiva Abatantuono in quel demenziale film "Attila il Flagello di Dio", che per quanto stupido, mi fa sempre un po' ridere...
Le sue carni, sono molto scure e hanno quel sapore tipico della cacciagione: di selvatico o meglio detto bestin in genovese, quindi necessita di una marinatura nel vino di almeno una notte per evitare di assaporare poi un piatto dal gusto veramente forte.
Sappiate comunque che, a meno di non acquistarlo direttamente da un cacciatore, la selvaggina da pelo, deve esser per legge tutta congelata prima di esser venduta, quindi, avrà già un sapore più mite, perchè frollata dal ghiaccio.
Domenica sera ho voluto portare in tavola questo piatto invernale, che ha il doppio vantaggio di fungere da primo e secondo. Si, perchè la carne si cuoce a pezzi, e con il sugo che si ricava si condiscono i taglierini, mentre i bei "tocchi" di carne, si mangiano come secondo.
Ma ora veniamo alla preparazione.


Ingredienti per 6 persone
  • 1 kg di polpa di cinghiale (se lo comprate con le ossa, calcolate almeno 1.5 kg)
  • 50 g di pinoli
  • una cipolla 
  • una grande costola di sedano
  • una carota
  • 100 g di triplo concentrato di pomodoro
  • 250 ml di brodo vegetale
  • un bicchiere di vino rosso
  • noce moscata q.b.
  • un chiodo di garofano 
  • un cucchiaino di zucchero
  • olio extravergine d'oliva q.b.
  • sale e pepe nero di mulinello q.b.

Per la marinata 
  • un litro di vino rosso (dolcetto, nebbiolo)
  • una grossa cipolla
  • due carote
  • due costole di sedano
  • un cucchiaino di bacche di ginepro
  • 3 chiodi di garofano
  • noce moscata q.b.

Per il sugo, infine
  • 500 g di taglierini freschi

Preparate la marinata almeno un giorno prima di consumare la carne.
Lavate la polpa di cinghiale e asciugatela con carta assorbente.
Tagliate a fette grosse tutti i sapori, sedano, carota e cipolla e riuniteli in una ciotola. Aggiungete la carne, le spezie e coprite completamente con il vino.
Coprite il recipiente e lasciate frollare in frigo almeno una notte intera.

Il giorno dopo, scolate la carne dalla marinata, eliminando tutto il vino che oramai avrà preso il gusto forte del cinghiale, e conservate un terzo delle verdure.
Lasciate la carne almeno mezz'ora a gocciolare in uno scolapiatti.
Nel frattempo, tritate molto finemente sedano, carota e cipolla assieme alle verdure della marinata tenute da parte.
Versate in una grande casseruola 1/2 bicchiere di olio e soffriggetevi dolcemente i pinoli. Una volta diventati leggermente dorati, toglieteli con un mestolo forato e unite le verdure tritate, che fare appassire a fuoco lentissimo.
Una volta appassito tutto, unite la carne asciugata e rosolatela su tutti i lati, quindi sfumate con un bicchiere di vino rosso.
Sciogliete il concetrato di pomodoro nel brodo caldo, unite un cucchiaino di zucchero e versate tutto nella pentola.
Aggiungete a piacere una generosa grattata di noce moscata, chiodi di garofano, sale e incoperchiate.
Cuocete sempre a fuoco molto basso per almeno due ore, mescolando spesso.
Una volta cotto il tutto, unite i pinoli e trasferite un terzo della carne su di un tagliere. Tritatela finemente a coltello, quindi riunitela al sugo e mescolate bene.

Lessate i taglierini, scolateli al dente e conditeli con solo il sugo del cinghiale preparato, unendo anche qualche pezzetto di spezzatino.
Conservate il resto in caldo da gustare come secondo.







venerdì 15 gennaio 2016

TI RACCONTO ZENA E I SUOI CARUGGI: VICO DELL'OLIVA E IL GALLETTO ARROSTO CON LE OLIVE DELLA RIVIERA

Oggi parliamo di Vico dell'Oliva: quando vi ho detto che i nomi dei caruggi genovesi sono davvero particolari, non scherzavo!
E poi mi da sicuramente un bello spunto per consigliarvi una ricetta invernale, davvero squisita, che oggi, trae ispirazione dalla pura cucina genovese.
Partiamo da Sottoripa, prima o poi ve ne dovrò parlare, perchè la nomino spesso, e, a mio parere è davvero fantastica, all'inizio dei portici, lato Piazza Raibetta, un piccolo stretto caruggio, si infila nella città vecchia.


Subito, intersecato da altre vie, si apre un po' di più al centro per mostrarci una piccola e minimalista edicola dedicata all'Immacolata, datata circa al XVIII secolo.


Un poco più avanti, tra i palazzi ricostruiti dopo i bombardamenti del 1942, troviamo un antico loggiato, oramai murato risalente al XV secolo.


E sotto una serranda: incastonata in una cornice di decori, putti e stemmi in marmo davvero affascinante. Cosa davvero insolita perchè la maggior parte dei sovrapporta del XIII secolo che si trovano tra le vie della città vecchia, sono in pietra di promontorio.


Si tratta di palazzo Grimaldi-Oliva, due grandi famiglie genovesi e da qui forse il nome del vico, ma altri pensano che la toponomastica derivi proprio dalla "chiappa dell'Olio", ossia il punto dove le navi scaricavano l'olio, circa nel 1300, secolo più secolo meno, che sorgeva nell'antistante piazza della Raibetta.


Come sovrapporta troviamo un magnifico bassorilievo che ci ricorda le vicende di San Giorgio.


Rammentando a tutti i passanti di quanto Genova fosse "Superba", San Giorgio tiene sul braccio lo stemma della città.
Ai lati della scena, due stemmi identici, probabilmente della famiglia Oliva, sono sorretti da piccoli bambini nudi, senza ali. 
Saranno stati originariamente putti, a cui, nei secoli qualcuno ha mozzato le ali, o è semplicemente opera dell'ignoto autore?

Sensazionale, quanta storia tra quattro mura, in un piccolo vicolo della città vecchia, a ridosso del porto.


Dunque ora veniamo alla nostra ricetta: il Galletto con le Olive.
A mio parere un ottimo piatto da portare in tavola la domenica, si cuoce praticamente da solo. Magari non dimenticatevelo, che poi brucia...


Ingredienti per 4 persone
  • un galletto ruspante di circa un chilo pulito dalle interiora
  • 100 g di olive taggiasche
  • 50 g di pancetta arrotolata
  • una costola di sedano
  • una carota
  • 2 scalogni
  • un bicchiere di vino bianco
  • olio extravergine d'oliva q.b.
  • sale e pepe nero di mulinello q.b.

"Sbruciacchiate" il galletto passando la sua pelle sopra la fiamma del fornello, così da eliminare tutte le piumette rimaste. Lavatelo, internemete ed esternamete, e asciugatelo con carta assorbente.
Tritate il sedano, la carota, la cipolla e la pancetta, molto finemente, quindi soffriggeteli assieme a 4 cucchiai d'olio extravergine d'oliva, in una larga casseruola dai bordi alti.
Una volta appassito il soffritto, adagiate il galletto in pentola, e, con delicatezsza, rosolatelo su tutti i lati.
Sfumate con un bicchiere di vino bianco.
Ora unite le olive e lasciate cuocere per almeno un'ora e mezza con il coperchio, controllando ogni tanto che il sugo non si asciughi. Se dovesse capitare unite un poco di brodo vegetale. Aggiustate di sale e pepe.
Infine togliete il coperchio, rigirate il galletto e cuocete ancora una mezz'ora abbondante.
Servite il galletto a pezzi, con il suo sughetto di cottura, le olive e tante belle patate arrosto.




lunedì 21 dicembre 2015

U TOCCU (LEGGASI U TUCCU) IL SUGO DI CARNE ALLA GENOVESE, MA NON SOLO

Quando mi dicono che noi genovesi siamo tirchi , rispondo sempre che non è proprio così: siamo delle persone parsimoniose. Che la cosa è ben diversa.
In una terra angusta, dove le montagne si incontrano immediatamente con il mare, abbiamo dovuto organizzarci e imparare a sfruttare i piccoli spazi. Anche se Genova nei secoli passati era detta la Superba, sopratutto per i suoi commerci marini con tutto il mondo, la sua popolazione, nobili a parte,  rimaneva abbastanza povera e di origini contadine.
E' da qui, che abbiamo imparato a risparmiare, specialmente in cucina, dove, con un pezzo di carne e un po' di pomodoro, si prepara un meraviglioso sugo alla genovese detto U Toccu, che ci fa, sia da primo che da secondo piatto.
La preparazione del Toccu, richiede cura e dedizione, e sopratutto molte ore di cottura. In pratica si fa un arrosto cotto nel pomodoro, con il quale sugo si condiscono le tagliatelle o i ravioli, mentre la carne si mangia per secondo.
Come dicevo richiede dedizione, perché certo, non lo si può mica dimenticare sul fuoco, ma avendone le adeguate attenzioni, vi usciranno un primo e un secondo piatto da leccarvi i baffi.
U Toccu era un piatto tipico natalizio, anche perché la carne, costava molto e non era alla portata di tutti, oggi, dato la sua lunga preparazione, oltre ad essere un piatto per le feste, è diventato anche la classica ricetta della domenica.
Mi ricordo ancora il profumo che si sprigionava nelle scale la domenica mattina, già dalle prime ore: le signore preparavano il soffritto molto presto, per poi servire in tempo i commensali dopo la messa delle 11.
Piccola, ma doverosa precisazione: come ho scritto più volte, le ricette della tradizione, hanno diverse versioni. Questa è quella della mia nonna, alla quale mi ispiro sempre per le ricette genovesi, ma da ricerche che ho effettuato sui vari trattati di cucina di Genova, ho trovato che U Toccu si può preparare sia con l'aggiunta di funghi e pinoli (come faccio io), sia senza.


sabato 5 dicembre 2015

POLPETTONE DI CARNE E SALSINA DI POMODORO AI FUNGHI SECCHI

Come al solito non sono riuscita a mantenere i miei impegni, ed eccomi qui pronta a recuperare. Manco esattamente da 3 giorni! 
Sempre nell'ottica del risparmio e riciclo, ho approntato questo bel polpettone di avanzi, atto al riutilizzo degli avanzi di carne, di pane e quant'altro.
Notate bene, che in questi polpettoni, più cose si mettono, più vengono buoni, quindi spazio alla fantasia.
Unico consiglio che mi posso permettere di darvi è quello di utilizzare una percentuali di salsiccia, superiore alla carne magra, la ricetta verrà più saporita e, nel contempo, la preparazione eviterà di asciugarsi troppo durante la cottura.
Le dosi che indico sono puramente indicative, qui non si stanno a guardare le quantità precise, questo piatto è uno di quelli da fare a occhio, basta rispettare la piccola regolina che vi ho inserito sopra. Comunque provo subito a darvi qualche indicazione.



Ingredienti per 6 persone

  • 50 g di carne di manzo o vitello magra
  • 100 g di prosciutto cotto
  • 300 g di salsiccia
  • 200 g di pane secco di buona qualità
  • 20  g di funghi secchi
  • una manciata di castagne lesse, o altra frutta secca a piacere
  • 2 uova
  • 50 g di formaggio grattugiato tipo Grana
  • mezza cipolla
  • una carota e un sedano piccoli
  • latte q.b
  • olio extravergine d'oliva q.b.
  • una foglia di alloro
  • noce moscata q.b.
  • pane grattugiato q.b.
  • sale e pepe nero di mulinello q.b.

Per la salsa di accompagnamento

  • 400 g di passata di pomodoro
  • uno scalogno
  • 25 g di funghi secchi
  • 20 g di pinoli
  • olio extravergine d'oliva q.b.
  • sale e zucchero q.b.
Tritate sedano, carota e cipolla finemente, quindi soffriggeteli in padella con un cucchiaio d'olio. Una volta appassito il trito, unitela carne di manzo a cubetti e fatela cuocere a fuoco lento per una decina di minuti. 
Nel frattempo mettete in ammollo i funghi secchi nell'acqua calda, e il pane nel latte.
Passate il contenuto della padella nel vaso del mixer, unite i funghi strizzati, il prosciutto e avviate l'apparecchio, dovrete ottenere un composto molto fine.
Raccogliete in una larga terrina, aggiungete la salsiccia sbudellata e sgranata, le castagne, il pane strizzato, le uova, condite con sale, pepe e una generosa grattata di noce moscata. Infine unite anche uova e formaggio.
Impastate tutti gli ingredienti con le mani, così da rendere il composto omogeneo e sodo.
Sistemate l'impasto su un foglio di carta da forno spolverizzata di pane grattugiato e, aiutandovi con la carta, formate un bel rotolo alto e lungo.
Riponete in frigo per una mezz'ora buona, lasciandolo coperto nell'involucro.
Ora riaprite la carta, condite con unfilo di olio, adagiate sulla cima del polpettone una foglia di alloro, richiudete la carta e passate in forno a 180° per un'ora circa.
Passati 45 minuti, controllate il vostro polpettone, se vi sembra che abbia assunto un bel colore marrone chiaro, aprite il suo involucro e terminate la cottura scoperto.
Nel frattempo preparate il sugo per accompagnarlo tritando uno scalogno e facendolo rosolare assieme ai pinoli in padella assieme a 2 cucchiai d'olio extravergine d'oliva.
Una volta appassito lo scalogno, unite i funghi secchi, ammollati e tritati grossolanamente, fate insapore qualche minuto, poi aggiungete la salsa di pomodoro. Unite la punta di un cucchiaino di zucchero e aggiustate di sale.
Cuocete il sugo per una ventina di minuti a fuoco bassissimo, così che diventi un poco più spesso e saporito.
Servite il polpettone a fette accompagnandolo con la salsina di pomodoro calda. 
A piacere potete metterlo sopra, a coprire il polpettone, oppure sotto, a "specchio" e se, vi aggradano, una spolverata di pinoli tostati.


martedì 1 dicembre 2015

INSALATA DI POLLO, CAVOLO, TACCOLE E MELOGRANO

Benvenuto Dicembre!
E benvenute "spignattate" diurne e notturne in cucina... quelle un po' meno, però.
Ho il piacere di annunciare una maratona natalizia sul blog, ogni giorno un post diverso per Natale. Spero di mantenere i miei impegni!
Partiamo con una sana ricetta da riciclo. Certamente nei banchetti festivi qualcosa avanza sempre, quindi, ho pensato a questa insalata di pollo, leggera, con verdure al vapore.
Qui utilizzo il cavolo viola, ma è una scelta puramente estetica, non vincola la realizzazione della ricetta. Potete inserire cavolfiore, broccolata, insomma,quello che più vi aggrada.


lunedì 30 novembre 2015

POLLO RIPIENO IN CASSERUOLA IN ONORE DI PAUL VALERY

Mi sono scervellata alquanto per trovare una ricetta che potesse andare bene per il post su Casa Valéry, quindi ho fatto un po' di ricerche su internet e sui libri, per trovare qualche menù datato 1890 o giù di li.
Prima ho pensato a un brodino... ma poi chi lo mangia.
Mia mamma è venuta fuori con un brodo di fagiano, che, scusate, solo al pensiero, mi sento male.
Poi, la soluzione l'avevo sotto gli occhi: il libro del Pellegrino Artusi, chi meglio di lui racconta la cucina di fine Ottocento.
E allora a tutta forza di pollo ripieno, secondo la sua ricetta, che, chiedo scusa, mi sono permessa di modificare un poco. 
Dato che l'impasto per la farcia prevedeva l'uso della poppa, interiora oramai difficile da reperire, ho ritenuto di poterle sostituire con della banalissima salsiccia. In più ho ritenuto, anche per gusto personale, di sostituire il burro con l'olio extravergine d'oliva e aggiungere una spruzzata di vino bianco.
E' una ricetta dai tempi abbastanza lunghi, non tanto per la sua preparazione quanto per il ripieno, ma vedrete che rimarrete molto soddisfatti.


Ingredienti per 6 persone
  • un pollo intero svuotato delle sue viscere (2.5 - 3 kg)
  • i fegatini del pollo
  • 100 g di vitella magra a cubetti
  • 50 g di salsiccia
  • 2 fette di prosciutto sottili
  • un panino morbido con la sua mollica
  • poco latte
  • 20 g di funghi secchi
  • 20 g di Grana Padano grattugiato
  • un uovo
  • un bicchiere di vino bianco
  • mezza costola di sedano
  • una piccola carota
  • una piccola cipolla
  • un ciuffo di prezzemolo 
  • una foglia di alloro
  • olio extravergine d'oliva q.b.
  • sale e pepe nero di mulinello q.b.

- Operazione abbastanza scocciante: sbruciacchiate sul fornello la pelle del pollo, così che tutte le piumette ancora attaccate vengano eliminate -
Cominciate a preparare il ripieno.
Tritate finemente sedano, carota, cipolla e prezzemolo, quindi mettete il trito a rosolare in padella con un filo d'olio. Fate soffriggere dolcemente e, quando tutto sarà appassito, aggiungete i cubetti di vitella e cuocete a fuoco dolce per una decina di minuti.
Nel frattempo mettete i funghi in ammollo nell'acqua e inzuppate il panino nel latte
Lavate anche i fegatini e eliminate loro il fiele, ossia quelle parti verdi e fateli a pezzetti.
Una volta cotta la carne, unite i funghi strizzati e i fegatini. Saltate a fuoco vivo per 2 minuti così che si insaporiscano bene gli ingredienti.
Ora passate il contenuto della padella nel mixer e avviate l'apparecchio tritando tutto non troppo finemente. Trasferite il contenuto in una larga ciotola.
Nella stessa padella della carne, insaporite i prosciutto spezzettato e il  pane, a cui avrete eliminato il latte in eccesso strizzandolo tra le mani, cuocendo a fuoco dolce per pochissimi minuti. Aggiungete nella ciotola con gli altri ingredienti.
Unite anche la salsiccia sbudellata, l'uovo, il formaggio grattugiato e una generosa grattata di noce moscata. Aggiustate di sale e pepe.
Cominciate a impastare tutto con le mani così da creare una farcia omogenea e ben soda.
Prendete il pollo, riempitelo dalla cavità con il ripieno appena preparato e, infine, cucitene la pelle, così che la farcia non fuoriesca durante la cottura. Se viene più comodo potete fissare saldamente le due estremità anche con degli stecchini.
Adagiate il pollo in una larga casseruola dai bordi alti, nella quale avrete messo un po' di olio sul fondo e una foglia di alloro.
Rosolatelo da tutte le parti, girandolo con delicatezza, quindi sfumate con il vino bianco, fate evaporare e incoperchiate. Abbassate la fiamma al minimo.
Dopo 45 minuti girate completamente il pollo e continuate la cottura per altrettanto tempo, quindi, eliminate il coperchio e terminate la cottura. Impiegherà circa un'altra ora, Tempo totale di cottura 2h30m.
Servite caldo, diviso in pezzi, accompagnando con un poco di ripieno e irrorando con il fondo di cottura.
Come contorno, suggerisco delle belle patatine novelle al forno aromatizzate al rosmarino.

lunedì 16 novembre 2015

TI RACCONTO ZENA E I SUOI CARUGGI: DI SCALOPPINE E VICOLI AL SAPORE D'ARANCIO

Genova è una città antica e misteriosa.
E ancora di più lo è il suo centro storico, uno dei più vasti in Europa e ricco di vicoli e vicoletti, più o meno stretti che racchiudono storie, misteri che solo se sei un genovese puoi conoscere.
Così, da oggi, una volta alla settimana vi porterò alla scoperta degli angoli più reconditi della mia città con la rubrica TI RACCONTO ZENA E I SUOI CARUGGI.
I nomi dei vicoli, per lo più ricordano mestieri, profumi, sapori, e ognuno, diverso nel suo genere, nasconde una piccola storia.
Questi piccoli aneddoti voglio raccontarvi, ma non solo, ho pensato di allegare alla storia una ricetta, che sia genovese o meno, l'importante che sia buona.
Bene,oggi si parte.

Partite a metà di via Luccoli, qui dove un tempo lussureggiavano boschi, (lucus/luccoli/boschi) e imboccate l'ultimo vico a destra: Vico dell'Arancio.





 La toponomastica genovese è molto strana e pure l'origine del nome di questo vico è sconosciuta: a un certo punto nel secolo scorso, un impiegato comunale, essendo rimasto a corto di nomi, ha deciso di dare nomi di alberi, fiori e animali alle vie e vicoli di Genova. Potrebbe essere andata così oppure, questo piccolo caruggio di qualche decina di metri, porta questo titolo per la presenza di alberi di aranci, quando, nel 1000 questa zona era ricoperta di orti e alberi e, ancor prima, in epoca pagana, il boschetto era adirittura intitolato alla Dea Diana.
Un'altra curiosità: pare che a metà 1800 un l'ennesimo burocrate, di certo non autoctono, tradusse erroneamente il suo nome da çetron, arancio in genovese, a cetriolo, quindi per un brevissimo tempo a Genova abbiamo avuto anche un vicolo intitolato al chighéumou, appunto cetriolo in genovese.


Ora salite in cima e, all'angolo con Vico dei Migliorini, antica famiglia genovese, troverete un piccolo arco con un cancello di fronte a voi.


Dietro il cancello, i lastroni del pavimento sono tutti dissestati, il muschio ricopre il lastricato, e un forte odore di umido pervade il vostro olfatto.
L'acqua scorre ancora.
Ma non è più accessibile, qui nel lontano '800 c'era un pozzo, come testimonia la targa sopra l'arcata.


E riguardando le mie foto in bianco e nero, mi sembra di sentire il rumore dei secchi sbattuti contro il selciato, le voci delle lavandaie e le urla dei bambini al loro seguito, che giocano, attendendo che le madri finiscano il loro lavoro.
Qui il tempo sembra essersi fermato, l'urbanizzazione un poco meno, ma non molti cambiamenti sono stati attuati nei secoli. 
I palazzi attorno rimangono molto antichi e, cavi della luce a parte, sembra di esser nell'ottocento.

Ma veniamo alla ricetta.


Nella cucina genovese, di ricette che abbiano l'arancio, specialmente salate, non se ne trovano, a meno che, non si sconfini nella più classica torta d'aranci, che ho provato a fare, e sinceramente non ho trovato molto buona.
Eccomi a proporvi delle semplici scaloppine, saporite e leggere, per variare dalla solita routine della fettina al vino bianco.



Ingredienti per 4 persone

  • 8 fettine di vitellone sottili
  • un'arancia non trattata
  • 50 g di mandorle
  • olio extravergine d'oliva q.b.
  • sale q.b.
Battete le fettine di carne ed eliminate eventuali filamenti di grasso ai bordi.
Ricavate dalla scorza dell'arancia qualche piccolo zeste poi spremetene il succo.
Tagliate le mandorle a fettine non troppo sottili.
Scaldate 4 cucchiai di olio extravergine d'oliva in una larga padella, quindi adagiatevi le fettine di vitellone.
Rosolatele su entrambi i lati a fuoco vivo, quindi abbassate la fiamma e unite il succo d'arancia, le scorzette e le mandorle.
Cuocete tutto a fuoco moderato per qualche minuto, fintanto che il succo si addensi un poco.
Servite immediatamente accompagnando con il sughetto di cottura.