venerdì 26 febbraio 2016

GENOVA STORICA E GOLOSA: I QUARESIMALI

In questo particolare periodo dell'anno, denominato Quaresima, per le vie della città vecchia, si possono fare piacevoli incontri nella pasticcerie.
Perchè dover rinunciare a tutto durante la lunga penitenza, quando si possono mangiare dei dolcetti creati apposta per questa occasione, senza grassi animali.



I Quaresimali, a Zena, sono un'antica tradizione risalente al XVI secolo, quando le monache della Chiesa di San Tommaso decisero di preparare dei biscottini a base di farina di mandorle, zucchero e acqua ai fiori di arancio per rendere meno triste il loro digiuno.

Come mai un dolce a base di mandorle, in una terra così angusta dove di alberi di mandorlo non vi è alcuna traccia?
Il marzapane, fu importato a Genova in tempi antichissimi, ancora prima della scoperta dell'America, quando durante gli scambi commerciali eseguiti all'epoca delle Crociate, dalle colonie in Medio Oriente e a Bisanzio, giungevano in porto le navi colme di zucchero, frutta secca e panetti di marzapane.
Parliamo di cultura araba, risalente ancora prima della nascita di Cristo.
Ma non vi crediate che fosse mangiare per i poveri, il marzapane era riservato alle famiglie nobili, ai ricconi genovesi, i quali allietavano con questa delizia i loro lussureggianti banchetti. Al popolo ne rimaneva solo il sogno, o un assaggio, magari rubato durante lo scarico delle navi. 

Tornando a tempi più vicini a noi, e alle monache agostiniane di San Tommaso, nel XIX secolo, le autorità decisero di distruggere la loro chiesa per fare posto alla più moderna Piazza De Ferrari, e un pasticcere molto noto in città, Romanengo, proprio per non perdere la ricetta dei Quaresimali, decise di farla sua e proporre queste delizie nel suo negozio.

Oggi come in passato le vetrine del negozio espongono solo dolci quaresimali, tanto che, nel 1868 il "popolo d'Italia" giornale dell'epoca, scrisse : ...durante la Quaresima il suo laboratorio trovasi al massimo dell'attività per il grande smercio di marzapani di cui Romanengo non ha e non avrà mai rivali e di cui ogni buon cattolico può farsi una scorpacciata senza tema di dar poi gusto al demonio...

E se ci pensiamo oggi, con il senno di poi, fu anche una grandissima trovata commerciale quella del signor Romamengo, la produzione di quaresimali, durante i 40 giorni di penitenza cristiana, che nei secoli scorsi era osservata da quasi tutta la popolazione, gli avrebbe garantito introiti anche in un periodo di "magro" lavoro per la sua bottega.

E ora, trullo di tamburi, eccole le sue vetrine, quelle di Piazza Soziglia! Trionfano alzatine e piatti stracolmi di quaresimali!



Ma andiamo a vedere nel dettaglio quali sono i vari tipi di Quaresimali proposti dalla tradizione.
Abbiamo I CANESTRELLI, fatti con pasta di mandorle cruda. Una ciambellina lavorata rigorosamente a mano, imbevuta poi in una bagna di acqua di fiori d'arancio e decorata con mompariglia.
Poi c'e' IL MOSTACCIOLO; due piccole losanghe di marzapane di marzapane cotto, farcite di marmellata di fichi e decorate con zucchero semolato.
Infine, i più colorati, I MARZAPANI SULL'OSTIA, serviti sul classico pirottino a frange, vengono preparati con pasta di mandorle, poi cotti e infine riempiti di una dolce glassa di zucchero aromatizzata, a seconda del colore, con fragola, pistacchio, cacao e arancio.



Non vi resta che venire a Zena e assaggiarli!
Per scoprire le nostre tradizioni dolciarie secolari, alle quali "noialtri zeneizi" 
siamo molto legati.



L'indirizzo utile:

Antica Confetteria Pietro Romanengo Fu Stefano

-Via di Soziglia 74/76R
-Via Roma 51/53R

Genova 

www.romanengo.it





giovedì 25 febbraio 2016

TAGGIAEN VERDI, BORAXE E PERSA, CO TOCCO DI FUNZI

Traduzione: taglierini verdi, boragine e maggiorana al sugo di funghi!
Ultimamente mi sono un po' appassionata alle ricette della tradizione, che dirvi, sono quei profumi e sapori che mi piace rispolverare.
Portano in casa l'odore di un passato che non esiste più. Quando alla domenica si preparavano piatti deliziosi e sopratutto si aveva il tempo utile per cucinare.
Oggi, tra lavoro e faccende varie, uno arriva al week end che vorrebbe solo svaccarsi sul divano, in caso di pioggia battente, o uscire all'aria aperta a girare sotto il sole tiepido dell'inverno, stagione quest'anno non è mai arrivata.
Questa ricetta è stata preparata a 4 mani: io ho confezionato i taglierini, invece madre, ha preparato il sugo di funghi.  Ma prestate attenzione, il suo sugo, viene preparato con i migliori porcini secchi sul mercato! Madre, non lesina  nel mettercene e sopratutto, va alla ricerca dei negozietti che vendono le fette di fungo più grosse e compatte. Insomma, le costa un capitale, ma alla fine risulta il sugo di funghi più buono del mondo!


Ingredienti per 6 persone

Per i taglierini
400 g di farina 00
3 uova 
2 mazzi di boragini
10 rametti di maggiorana
un bicchiere di vino bianco secco
sale
farina di semola rimacinata per stendere la pasta

Per il sugo
50 g di funghi secchi
una cipolla
una carota (piccola concessione alla ricetta originale)
un cucchiaio di concentrato di pomodoro (a noi piace)
olio extravergine d'oliva (ci andrebbe anche il burro, ma stiamo sul leggero)
600 g di salsa di pomodoro
uno spicchio di aglio 
una foglia di alloro
la punta di un cucchiaino di zucchero
sale q.b.

Cominciate a preparare i tagliolini.
Mettete sul fuoco a bollire una pentola colma d'acqua, successivamente buttatevi le boraggini, al quale avete eliminato anima e gambi, e lessatele per pochissimi minuti: appena l'acqua riprende il bollore scolatele con la schiumarola. Mettete le verdure nello scolapasta, con un peso sopra e lasciatele gocciolare bene.
Una volta fredde, strizzatele tra le mani, finchè non daranno più acqua.
Pulite la maggiorana e raccogliete tutte le foglioline nel bicchiere del frullatore, unite le boraginni e tritate tutto finemete.
Disponete la farina a fontana nel centro della spianatoia, quindi unite le uova intere al centro e le verdure tritate. Con una forchetta, battete leggermente le uova assieme alle verdure, poi cominciate a unire farina e mescolate bene, impastando tutti gli ingredienti.
Aggiungete a poco  a poco il vino bianco, fino a quando riuscirete ad avere una palla di impasto omogenea e liscia. Impastate tutto energicamente almeno per 15 minuti, poi racchiudete la vostra palla in un foglio di pellicola e lasciate riposare in frigorifero un'ora almeno.

Ritirate la pasta dal frigo, lavoratela un pochino nuovamente e, con l'aiuto dell'Imperia, tirate tante sfoglie lunghe circa 30 centimetri, e non troppo sottili, mi regolo arrivando a metà dei numeri dello spessore della sfogliatrice, così da completare tutto l'impasto.
Dato che la pasta verde, contiene al suo interno la verdura, tende a rimanere più bagnata del solito.
Io lascio le sfoglie ad asciugare una decina di minuti sulla spianatoia, poi procedo con il taglio classico a "taglierino" dell'Imperia. 
Mano a mano che confezionate la vostra pasta, stendetela bella larga sulla spianatoia, infarinandola con la semola. 

Ora dedicatevi al sugo.
Mettete i funghi a bagno in acqua tiepida per una ventina di minuti.
Successivamente strizzateli bene tra le mani e conservate la loro acqua.
Raccogliete un terzo dei funghi e tritateli finemente assiema alla cipolla e alla carota.
Versate 6 cucchiai d'olio extravergine d'oliva in una pentola di terracotta e scaldateli assieme all'aglio, unite le verdure tritate, la foglia di alloro e fate soffriggere a fuoco lento fino a quando tutto il trito non sarà completamente appassito.
Aggiungete il pomodoro, il concentrato sciolto in un mezzo bicchiere di acqua calda e correggete tutto di acidità con lo zucchero.
Cuocete a fuoco basso per un'ora.
Ora unite i funghi interi rimanenti, se troppo grossi, divideteli a metà e aggiungete anche un mestolo della loro acqua di conservazione. Aggiustate di sale.
Lasciate andare ancora 45 minuti, sempre a fuoco basso.
Quando il vostro sugo, sarà diventato più scuro e "ben stretto" sarà pronto.

Lessate i tagliolini per pochi minuti in acqua bollente salata, addizionata da un cucchiaio d'olio extravergine d'oliva così che la pasta non si attacchi durante la cottura.
Scolateli e condite tutto con il sugo appena preparato.










lunedì 22 febbraio 2016

CONIGLIO IN UMIDO CON LE OLIVE (CONIGGIO IN ÛMIDO CO-E OIVE)

Mi è saltata la pulce all'orecchio, quando guardando "La Grande Bellezza " di Sorrentino, il vescovo, in due differenti scene del film, cerca di raccontare la ricetta del coniglio alla ligure ai suoi amici, prima durante una festa per un ricevimento di nozze, in una bellissima spaziosa villa romana, in seconda battuta durante una cena a casa di Jep Gambardella, il protagosta della pellicola.
Beh, questo vescovo romano interpretato da Roberto Herliztka, parla di sfumare le carni del coniglio con il vino rosso, al posto del vino bianco.
Allora ho preso il mio ricettario di cucina genovese, e sotto il titolo Coniggio in ûmido ho trovato questa ricetta che ora vado a raccontarvi, che è del tutto differente da quello noto ai più, con pinoli, olive e vino bianco...
Piccola postilla: l'originale prevede solo l'utilizzo di 4 noci, per mio gusto personale ho voluto abbondare e unire anche i pinoli.



Ingredienti per 4 persone
  • un coniglio da 1 kg circa a pezzi
  • 100 g di olive taggiasche
  • 50 g di noci sgusciate
  • 30 g di  pinoli
  • un bicchiere di vino rosso (magari Rossese o Dolcetto)
  • una cipolla
  • una costola di sedano
  • una carota
  • qualche fogliolina di timo
  • una foglia di alloro
  • olio extravergine d'oliva q.b.
  • brodo vegetale q.b.
  • sale e pepe nero di mulinello q.b

Lavate e asciugate la carne del coniglio.
Se avete una bestia ruspante, di quelle vere, ossia un vero coniglio comprato dal contadino, o da un negoziante di fiducia che ve lo fornisca, fatelo cuocere una mezz'oretta circa in una larga padella a fuoco lento con una cipolla tagliata a lamelle, qualche foglia dio alloro e un pugno di bacche di pepe nero, così che "dia l'acqua" e il gusto naturale di selvatico e le carni si inteneriscano.
Poi, buttate le cipolle e tutto il fondo di cottura e conservate il coniglio per la preparazione.  
Se invece avete comperato conigli di allevamento "di massa", come li chiamo io, o lo avete acquistato al supermercato (rabbrividisco), questa operazione non è necessaria.
Tritate il sedano, la carota e la cipolla molto finemete e raccogliete tutto in una padella dove avrete scaldato 5 cucchiai di olio extravergine d'oliva.
Rosolate le verdure a fuoco lento e, una volta appassite completamente, rialzate la fiamma, aggiungete i pezzi di coniglio e fateli insaporire mescolando spesso.
Ora sfumate con il vino, fate evaporare e unite metà delle noci tritate assieme alle erbe aromatiche.
Continuate la cottura per un'ora circa, a fuoco lento, se necessario unite poco alla volta, un mestolo di brodo vegetale, così che la preparazione non secchi.
In ultimo unite le noci rimaste intere, i pinoli e le olive, mescolate tutti gli ingredienti a fiamma vivace per una decina di minuti e servite.


mercoledì 17 febbraio 2016

SPAGHETTI AL BROCCOLO ROMANESCO, POMODORI SECCHI E COLATURA D'ALICI

Broccolo e acciuga, accoppiata vincente!
Ma io, sempre per quello strano vizio che ho di non farmi mai gli affari miei in cucina, ho voluto un pochino stravolgere la tradizione e movimentarla un po'.
Quindi: broccoli, frullati, interi, pomodori secchi, acciughe sempre, ma un tocco in più: la colatura di alici, che da quando l'ho scoperta, davvero mi si è aperto un nuovo mondo in cucina.
Certo, costicchia un po', ma per insaporire una pasta, ne serve una piccola quantità, e mi racomando: preferite l'originale, quella di Cetara, dove esperti artigiani, confezionano questo nettere del mare da svariate generazioni!


Ingredienti per 4 persone
  • 300 g di spaghetti
  • un broccolo romanesco
  • 2 filetti di acciuga dissalati
  • 4 pomodori secchi sott'olio
  • uno spicchio d'aglio
  • olio extravergine d'oliva q.b.
  • sale q.b.
  • pepe nero o peperoncino in fiocchi a piacere
  • ricotta dura di pecora per completare

Dividete il broccolo in cimette e riunitele in una padella con 4 cucchiai d'olio extravergine d'oliva caldi e lo spicchio d'aglio pelato.
Saltate tutto per 5 minuti circa, quindi eliminate l'aglio, abbassate la fiamma e portate a cottura unendo un bicchiere di brodo bollente. Se necessario, coprite con un coperchio.
Quando il broccolo sarà completamente morbido, e il brodo tutto assorbito, circa 10 minuti, trasferite 3/4 della verdura nel bicchiere del frullatore a immersione e conservate il resto a parte.
Frullate le cimette a crema.
Sempre nella stessa padella, unite nuovamente 2 cucchiai di olio extravergine d'oliva, scioglietevi i filetti d'acciuga a fuoco moderato, poi unite le cime di broccolo tenute da parte e i pomodori secchi tagliati a filetti.. Saltate tutto a fuoco vivace per pochi minuti
Infine, raccogliete cimette e pomodori secchi in un piatto e tenete tutto da parte in caldo.
Intanto lessate gli spaghetti al dente in abbondante acqua salata.
Scolate la pasta, passatela nella padella dove avete saltato le cimette, unite la crema di broccolo, mescolate bene, in ultimo aggiungete le verdure tenute da parte e un cucchiaio di colatura d'alici, amalgamate bene gli ingrediente e servite nei piatti.
Infine, aggiungete una grattata di ricotta dura di capra e condite a piacere con peperoncino o pepe nero.

domenica 14 febbraio 2016

FILETTI DI OMBRINA AL FORNO E CARCIOFI ALLA MAGGIORANA E PINOLI

Terza, boh, forse quarta, non è importante... ennesima puntata di San Valentino. Si parla di secondi piatti.
È arrivato il momento di servire questo bel pesciolino, l'ombrina, dalle carni bianche e tenere, proprio perchè la signorina, predilige piccoli crostacei come cena.
Non è un pesce costosissimo, l'ho trovata sui banchi del mercato a massimo €15 al chilo, ma dipende anche dalla quantità di pescato di quel giorno, se siete fortunati può anche arrivare a costare non più di 10 euro. Comunque scegliendo questa tipologia di pescato, avrete la certezza di acquistare vero pesce, ossia non allevato.
Se non trovate l'ombrina, andrà benissimo qualsiasi altro tipo di pesce come l'orata e il branzino (ma vi prego non di allevamento, dalle carni più viscide e grasse), l'occhiata o la mormora.
Qui viene il difficile, anzi difficilissimo: se siete abili e possedete anche dei buoni coltelli, potete sfilettare l'ombrina da soli, altrimenti, chiedete al vostro venditore di fiducia di preparare due bei filetti al posto vostro, risparmierete tempo, mani tagliate e pesce, sopratutto perchè se non lo si è cqapaci a fare, rischiate di lasciare troppa carne attaccata alla lisca.

san valentino

 
Ingredienti per 2 persone
  • un'ombrina di circa 600 g di peso
  • 2 carciofi
  • 25 g di pinoli
  • 2 rametti di maggiorana
  • uno spicchio di aglio
  • olio extrvergine d'oliva q.b.
  • sale q.b.
Pulite i carciofi, eliminate le foglie più grosse e coriacee, il gambo, divideteli a metà ed eliminate la "barba".
Tagliateli a fettine sottili non più spesse di mezzo centimetro, e, mano a mano che sono pronti, metteteli in una ciotola colma di acqua frizzante fredda.
Scaldate 4 cucchiai di olio extravergine d'oliva in padella, unite lo spicchio di aglio pelato, e i pinoli.
Rosolate tutto per 2 - 3 minuti, poi unite i carciofi scolati.
Saltate tutto a fiamma alta per 5 minuti, aggiustate di sale e aggiungete le foglioline dei rametti di maggiorana.
Intanto ricavate due filetti dall'ombrina: praticate un incisione dal lato delle branchie, sotto la testa e entrate con il coltello, appoggiando la lama sulla spina centrale. Fate scivolare la lama lungo tutta la lunghezza del pesce, fino alla coda.
Ripetete l'operazione anche sull'altro lato.
Stendete i filetti di ombrina su di una teglia rivestita di carta da forno e condite con un filo di olio extravergine d'oliva.
Infornate a 180°C per 7-8 minuti.
Trascorso questo tempo, estraete la placca, disponete sul pesce i carciofi e infornate nuovamente per 5-7 minuti a 200°C.
Servite immediatamente.

TI RACCONTO ZENA E I SUOI CARUGGI: PIAZZA DELL'AMOR PERFETTO

Con l'approsimarsi della giornata degli innnamorati, oggi, voglio raccontarvi una struggente storia d'amore, svoltasi tra i palazzi della città vecchia.

 

Non solo una piazza, che poi definirla piazza, date le sue dimensioni, ci vuol molto coraggio, ma anche un vico, che dalla principale Via degli Orefici vi conduce, sono meta dei turisti, che attirati dalla toponomastica corrono a fotografarli. Ma non penso che le guide raccontino la leggenda, i cui personaggi sono esistiti veramente, quale mi accingo a raccontarvi.



Bene, facciamo un salto al 1502, quando il Re Luigi XII arriva a Genova per chiedere man forte al Doge nelle sue battaglie contro la Spagna.
La città lo accoglie con fasti e parate e, per l'occasione, viene anche indetto un gran ballo nella Villa Cattaneo in Albaro, dove il Re si scatena danzando con molte dame.

Tommasina è la terza figura dietro la donna velata di bianco



Ma ad un certo punto, tra le sue braccia capita una giovane, la quale bellezza disarmante lo rapisce.
Lei è Tommasina Spinola, una nobildonna già sposata con l'anziano Luca Battista Spinola, ma questo non li ferma dal ballare assieme in quella calda serata estiva, limitandosi a lanciarsi sguardi palpitanti, per tutta la notte.




Ahimè. come succede in tutte le leggende d'amore, il Re il giorno dopo lascia Genova e, tra pianti e tragedie, Tommasina lascia andare il suo innamorato e, abbandona marito e famiglia per rinchiudersi tra le mura di un palazzo in questa piazza, nel vecchio quartiere de La Maddalena.

Trascorrono i mesi e Tommasina, avendo eletto il Re Luigi XII a suo amore ideale, secondo la regola cinquecentesca dell'Intendio, ossia la possibilità di farsi un amante in forma platonica, casta, si rifugia nel suo sentimento d'amore, vero e sincero.

Passa il tempo, e si arriva al 23 aprile 1503, quando un cavaliere dei Doria, bussa all'uscio portando una triste notizia: il Re di Francia è perito nella battaglia di Cerignola.
Tommasina piange e si dispera, e il suo cuore non regge. La donna, cade al suolo, morta.

Qualche giorno dopo, non è chiaro il periodo, ma questa è pur sempre una leggenda, arriva dalla Francia un cavaliere, Jean D'Anton, con una notizia davvero sconvolgente: non solo Re Luigi XII è vivo e vegeto tra i suoi palazzi, ma vorrebbe venire a Genova, questa volta a dichiarar guerra però, e incontrare Tommasina.
Il cavaliere non potè che tornare in patria, raccontando le tragiche notizie al Re, scrivendo un "compianto" con  "belle miniature" che si dice sia sepolto assieme alla bella Tommasina.

Anni dopo Re Luigi XII torna a Genova, questa volta come nemico e, nel dolce ricordo, di quella sera passata a ballare con l'amata, si fa accompagnare a vedere il luogo dove lei perì.


E così, rimirando il palazzo dove Tommasina, si distrusse d'amore, pronunciò le seguenti parole: - avrebbe potuto esser un amor perfetto -


Oggi, nessuna ricetta ad accompagnare questa breve, affascinante quanto tragica storia d'amore... con le ricette di San Valentino credo di avervi già ammorbato abbastanza.
Ve l'ho voluta raccontare così di come se ne vocifera per la città.
Ma su una cosa si può star certi: i personaggi sono veri, tanto che la miniatura sopra che ritrae Tommasina è tratta da questa meravigliosa pala conservata tra le mura del Museo della Chiesa di Santa Maria in Castello.



La Pala Di Ognissanti o Paradiso, datata 1513 e dipinta da Ludovica Brera, originariamente custodita nell'intero della chiesa, ritrae la comminttente Teodorina Spinola (madre della nostra Tommasina), con dietro di lei in successione i figli raccolti in preghiera di fronte al medaglione in cui Maria intercede davanti alla Santa Trinità.
Ma questa è già un'altra storia, e prossimamente ve la racconterò...

Buon San Valentino!










venerdì 12 febbraio 2016

TAGLIOLINI AI GAMBERETTI ROSA, PISTACCHI E LIMONE

Ed eccoci arrivati al primo piatto.
Di una semplicità disarmante: pochi ingredienti, ma tanto gusto!
Consiglio spassionato, dato che di domenica il pesce fresco è impossibile da trovare e, giustamente, vi recherete in pescheria il giorno prima di consumarlo, pulite i gamberi appena arrivati a casa e conservateli in frigorifero, in un contenitore ermetico: eviterete che la testa annerisca (perchè i gamberi freschi e non trattati tendono a farlo) e che vi impuzzoliscano tutto il frigo.
Mi chiederete, allora perchè non comperarli surgelati? Ecco, sappiate che alla fine, quelli freschi sono meno costosi dei surgelati, nel cui prezzo pagate anche il peso del ghiaccio, e il sapore è davvero tutta un'altra cosa.
Inoltre, se siete bravi a impastare, potete utilizzare la mia ricetta che trovate cliccando qui, altrimenti potee sostituire i taglierini fatti a mano, con degli ottimi acquistati, magari nella vostra pasta fresca di fiducia, oppure dei bei spaghettoni di Gragnano.

san valentino

Ingredienti per 2 persone

  • 150 g di tagliolini freschi all'uovo
  • 400 g di gamberi rosadi media grandezza
  • 50 g di pistacchi sgusciati
  • un limone BIO
  • olio extravergine d'oliva q.b.
  • sale q.b.

Eliminate la testa ai gamberi privateli del carapace.
Tritate finemente i pistacchi tenendone da parte qualcuno intero per la decorazione.
Grattugiate la buccia di mezzo limone e conservatela in un piattino.
In una padella versate circa 5 cucchiai d'olio e scaldateli bene.
Unite i gamberi e saltate molto velocemente il tutto a fuoco alto per due minuti, quindi aggiungete metà dei pistacchi, mescolate bene e spegnete il fuoco.
Non importa se i gamberi risulteranno ancora un poco crudi, si cuoceranno successivamente con il calore della pasta. Diversamente, vi ritroverete con dei piccolissimi gamberi stracotti all'interno del vostro piatto.
Lessate i tagliolini in abbondante acqua salata, scolateli al dente e versateli nella padella con il sugo.
Unite anche la scorza di limone grattugiata e saltate tutto a fiamma vivace unendo, se necessario, ancora un filo di olio.
Suddividete la pasta nei piatti e decorate con i pistacchi avanzati sia tritati che interi.

CANNOLO DI ZUCCHINE, ROBIOLA, PISTACCHI E MAGGIORANA

Un piccolo cannolo che racchiude tanta bontà!
A esser sincera, ho preso spunto da una ricetta della chef Luisa Valazza, del Ristorante Al Soriso della provincia di Novara. Spero non se ne abbia a male delle mie variazioni!
Ecco l'antipasto perfetto per il menù di San Valentino. 
Fettine di zucchina accostate tra loro, avvonlte a creare un cannolo che racchiude una crema morbida di robiola, arricchita da pistacchi, olive e maggiorana.
Si prepara in un batter d'occhio, anche con anticipo, poi si sistema in frigo, coperto da pellicola in attesa di esser servito.
E i giochi sono fatti!


Ingredienti per 2 persone:
  • una zucchina freschissima, lunga e possibilmente della varietà ligure 
  • 100 g di robiola
  • 2 cucchiai di pistacchi sgusciati non salati
  • un cucchiaio di olive nere taggiasche
  • 2 rametti di maggiorana
  • 8 rametti di erba cipollina
  • olio extravergine d'oliva q.b.
  • sale e pepe nero di mulinello q.b.

Raccogliete in una ciotola la robiola, e conditela con un poco di sale e pepe. Lavoratela a crema.
Tritate grossolanamente e tutto assieme: i pistacchi (conservandone qualcuno per la decorazione finale), le olive denocciolate e le foglie dei rametti di maggiorana. Aggiungete il tutto alla crema di robiola.
Amalgamate gli ingredienti e tenete da parte.
Affettate la zucchina con la mandolina. Dovrete ottenere 12 fette larghe e lunghe che serviranno a fare il guscio di 4 cannoli.
Accostate 3 fette di zucchina, sovrapponendole una accanto all'altra, così da trovarvi con il lato corto verso di voi.
A 3/4 della lunghezza adagiate un cucchiaio di robiola condita, e distribuitelo in modo da avere un cilindretto di ripieno alto circa 3-4 centimetri, quindi arrotolate su di esso le fette di zucchina e fissate tutto con due fili di erba cipollina legati assieme.
Ripetete l'operazione altre tre volte.
Fate riposare in frigo, coperto da pellicola trasparente per almeno un'oretta, così che tutti i sapori si amalgamino.
Servite due cannoli a persona, condite con un filo di olio extravergine d'oliva e decorate con i pistacchi tenuti da parte.

N.B. Nella foto ho usato delle violette come decorazione. Se pur della specie edibile, non sono necessarie alla fine della buona riuscita del piatto. Dato la loro difficoltà nell'essere reperite, potete anche ometterle tranquillamente.

giovedì 11 febbraio 2016

SAN VALENTINO A MODO NOSTRO E LA RICETTA DELL'APEROL VALENTINE!

Benevenuti nella settimana più romantica dell'anno: quella di San Valentino.
Comincio immediamente col precisare che, pur ritenendo abbastanza inutile questa festa, oramai in casa mia, sin dai primi anni di fidanzamento, questa ricorrenza è diventata l'ennesima occasione per preparare una dolce cenetta, a patto che siano bandite tutte le pietanze a forma di cuore!
Oramai è un rito, spesso lo anticipiamo, perchè con gli impegni di marito, a meno che lui non sia malato,  San Valentino, è uno di quei giorni in cui lavora di più.
Inoltre, da immemore tempo, sono in altrettanto modo banditi i regali. Preferiamo spendere quei bei soldini, in qualcosa di buono da gustarci e berci assieme.

Quest'anno il 14 febbraio cade di domenica, quindi, a meno che non lavoriate fino a tardi (e li vi consiglio di prenotare in un ristorante di fiducia, che non vi svuoti le tasche), quale perfetto giorno della settimana per mettersi ai fornelli con tutta calma per la dolce metà.

Ho studiato, si fa per dire, e approntato un menù per voi, ma prima di tutto, scusate la franchezza, per me che me lo sono già pappato, davvero sfizioso a base di pesce che non vi porterà via moltissimo tempo, al massimo metà pomeriggio.

Ma iniziamo dall'aperitivo! 
Per una serata romantica, bisogna cominciare bene con un cocktail che, in caso ne abbiate bisogno, sciolga il ghiaccio, altrimenti, vi aiuterà a tenere impegnata la dolce metà mentre voi siete alle prese coi fornelli o con gli ultimi ritocchi alla tavola!
L'esperto di aperitivi in casa mia è marito, diciamo che in parte è anche il suo mestiere, quindi ha voluto dare un contributo anche lui a questa nostra seratina di San Valentino anticipata.
Gli ho chiesto di preprarare una cosina semplice, in modo che sia facilmente replicabile, e sopratutto non porti a spendere una "fucilata" in superalcolici.
Anche perchè, parliamo chiaro, il protagonista della serata saranno i vostri piatti e il vino che li accompagnerà, ma di questo ne parleremo più avanti...
Ecco come si preprara un Aperol Valentine! 



Ingredienti per 1 bicchiere
  • 1/3 Aperol
  • 2/3 cedrata Tassoni
  • un pompelmo

Riempite a metà il bicchiere di ghiaccio.
Aggiungete l'Aperol, successivamente la cedrata e in ultimo colmate con una spruzzata di succo di pompelmo.
Se siete degli amanti dei long drink superalcolici, mettete un po' meno cedrata e unite anche un mezzo bicchierino di vodka.

Per la decorazione, utilizzate una fetta di pompelmo che taglierete a metà e infilzerete sul bicchiere.




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